Gli agricoltori brasiliani scommettono sul cotone ecologico
La strada che attraversa Cristalina, in Brasile, è nel mezzo dei tropici, ma i campi su entrambi i lati sembrano ricoperti di neve con piccoli sbuffi di cotone bianco che si estendono fino all’orizzonte.
Le piante di alabastro intervallate dai campi di mais e soia fuori dalla città centro-occidentale fanno parte di una rivoluzione silenziosa in Brasile: di fronte all’attenzione negativa sull’impatto ambientale dell’industria agroalimentare, gli agricoltori si rivolgono sempre più al cotone e adottano tecniche sostenibili per produrlo.
Dopo aver aumentato le esportazioni di 15 volte negli ultimi due decenni, il Brasile è ora il secondo fornitore di cotone al mondo, dopo gli Stati Uniti, e il più grande produttore di cotone sostenibile.
Non meno dell’84 per cento del cotone coltivato nel colosso agricolo sudamericano è certificato dalla Better Cotton Initiative, un gruppo internazionale no-profit per promuovere la coltivazione sostenibile del cotone.
“I consumatori sono cambiati. Le persone non vogliono più acquistare prodotti che non rispettano la natura e i suoi cicli”, afferma l’entomologa Cristina Schetino dell’Università di Brasilia, specializzata nella coltivazione del cotone.
Nel 2005, l’Associazione dei produttori di cotone brasiliani (Abrapa) ha lanciato un programma di formazione sulla sostenibilità per gli agricoltori e ha introdotto protocolli sull’uso efficiente dell’acqua e dei pesticidi e sull’eliminazione graduale dei prodotti tossici a favore dei fertilizzanti biologici.
Un nuovo programma di tracciabilità lanciato con i marchi di abbigliamento brasiliani, nel frattempo, consente ai consumatori di verificare come sono stati prodotti i prodotti in cotone.
La scorsa stagione, i coltivatori di cotone in Brasile hanno sostituito il 34% dei pesticidi chimici con quelli biologici, afferma Abrapa.
Hanno anche iniziato a utilizzare i droni per applicare i pesticidi in modo più efficiente.
Il passaggio a tecniche sostenibili è “un processo di rieducazione”, afferma il direttore esecutivo di Abrapa, Marcio Portocarreiro.
“All’inizio, gli agricoltori tendono a pensare principalmente all’impatto sui loro profitti. Ma quando superano quella fase… si rendono conto che l’agricoltura sostenibile offre loro un mercato garantito”.
‘Valore aggiunto’
Situata fuori Cristalina, a circa 130 chilometri a sud di Brasilia, la capitale, Fazenda Pamplona è uno dei maggiori sostenitori del cotone sostenibile in Brasile. L’azienda di 27.000 ettari, gestita dal gigante dell’agroalimentare SLC Agricola, è come una piccola città in mezzo alla campagna, con una sala banchetti, un parco per bambini, campi sportivi e alloggi per i dipendenti. La fattoria mira a trattenere i lavoratori creando una casa dove vorranno rimanere, afferma il coordinatore della produzione Diego Goldschmidt. Si trova di fronte a due enormi balle di cotone, etichettate con codici QR che descrivono in dettaglio il loro raccolto. “Questi sono già venduti”, dice Goldschmidt.
L’azienda agricola ha prodotto oltre 600.000 tonnellate nel 2021, il 99% delle quali per l’esportazione. Il cotone sostenibile viene venduto a prezzi fino al 10% superiori rispetto al cotone convenzionale.
“Oltre ad essere la cosa giusta da fare per la società e l’ambiente, fornisce un valore aggiunto”, afferma Goldschmidt.
Puntare in alto
Ma il cotone rimane una delle colture a più alta intensità di pesticidi, poiché utilizza più del doppio della soia per ettaro. Il problema è la prevalenza di parassiti come i punteruoli e l’assenza di prodotti biologici per fermarli, afferma Schetino. “C’è ancora molta dipendenza dai prodotti chimici, che hanno un impatto ambientale negativo”, afferma l’entomologo, che sta ricercando alternative. Il Brasile coltiva circa 1,6 milioni di ettari di cotone all’anno. È un fornitore chiave per l’industria globale dell’abbigliamento.
Abrapa si è posta l’ambizioso obiettivo di superare gli Stati Uniti per diventare il più grande fornitore mondiale di cotone nel 2030. “C’è molto potenziale”, afferma Goldschmidt.
Fonte: Global Times, 12 ago 2020. A cura di AFP
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