Gli astronomi negli Stati Uniti hanno scoperto alcune delle stelle più lontane mai trovate nella nostra galassia, in particolare nell’alone galattico, l’estesa regione sferoidale che circonda il corpo principale della galassia. Grazie a queste nuove osservazioni, gli scienziati ora hanno un quadro migliore dei limiti esterni dell’alone.
Queste stelle antiche hanno una luminosità variabile prevedibile (fluttuano in un ciclo ripetitivo) e sono quindi ideali come punti di riferimento per misurare le distanze galattiche.
La ricerca ridefinisce ciò che costituisce i limiti estremi della galassia
“La nuova ricerca ridefinisce ciò che costituisce i limiti estremi della nostra galassia. In effetti, la nostra galassia e Andromeda sono entrambe così grandi che non c’è quasi alcun divario tra le due galassie”, ha detto il professore di astronomia e astrofisica dell’Università della California, Santa Cruz, Raja Guha Thakurta, che ha fatto l’annuncio in una riunione dell’American Astronomical Società a Seattle.
L’alone è difficile da studiare perché è così lontano dalla Terra e le sue stelle sono molto rade rispetto a quelle del disco galattico centrale. D’altra parte, l’alone è dominato dalla materia oscura e quindi contiene la maggior parte della massa galattica totale.
Sulla base di stime precedenti, l’alone si estende fino a 300 kiloparsec, o circa un milione di anni luce dal centro galattico (un kiloparsec è 3.260 anni luce), ma il nuovo studio estende il limite esterno dell’alone ad almeno 320 kiloparsec.
Fonte: stampa estera
https://www.asterios.it/catalogo/storie-elisabettiane-e-altre-storie