Ho incontrato Assange due anni fa nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e ripensando a quanto mi ha raccontato durante il nostro incontro credo che si possa capire perché oggi è stato arrestato. Assange mi ha riferito che stava indagando sull’uso che Google si preparava a fare dell’immensa quantità di informazione di cui dispone. Si trattava, secondo Assange, di vendere a società di assicurazione e ai Servizi segreti dati sugli interessi, i desideri, i consumi, lo stato di salute, le letture, insomma sulla vita in ogni suo aspetto di milioni di individui. Secondo Assange — e io credo che si possa condividere il suo giudizio — questo avrebbe significato un incremento senza precedenti delle possibilità di controllo da parte dei poteri economici e polizieschi sugli esseri umani. In questione nell’arresto di Assange non è quindi soltanto il desiderio di punire le inchieste passate di Wikileaks, ma di impedire l’indagine tuttora in corso, che evidentemente viene percepita dagli interessati come una minaccia. È anche per questa ragione che occorre esprimere senza riserve la propria solidarietà con Assange.
13 Aprile 2019