L’identità e il contenuto della politica della sinistra è il socialismo – in greco, κοινωνισμός. Significa scegliere e perseguire priorità socio-centriche, opporsi e resistere all’utilitarismo incentrato sull’individuo. La realizzazione della società civile, l’evidenziazione delle dinamiche dei rapporti sociali della vita, l’opposizione agli scudi dell’interesse egoistico è l’identità della sinistra. Possono cambiare le strategie per perseguire i suoi obiettivi, ma non la sua identità, la sua caratteristica distintiva.

La strategia marxista ha insistito sul carattere internazionalista della sinistra. Ciò che le interessava principalmente era unire i proletari di tutte le nazioni in una lotta per le conquiste sociali, oltre i confini e le patrie. La strategia fallì, diede vita a egemonie imperialiste e regimi totalitari da incubo, distorse la visione socialista della società dei bisogni in una tirannia del potere, polizia e terrore, in un degrado definitivo dell’esistenza umana e della convivenza.

L’internazionalismo della sinistra marxista era un prodotto tipico di un’antropologia fondata sul materialismo storico. Non vedeva (solo Lukács lo denunciava inequivocabilmente) che il materialismo storico era principalmente l’autocoscienza del capitalismo. Adottando il materialismo storico, la sinistra è stata obbligata a giocare sul campo dell’avversario e alle condizioni imposte dall’avversario. Il crollo dei regimi di socialismo “esistente” ha verificato il primato del primo maestro. Fu il risultato della dinamica dell’internazionalismo capitalista e del suo trionfo.

Oggi, la globalizzazione dell’economia capitalista sembra essere la minaccia più tangibile che l’umanità abbia mai conosciuto. Istituzioni sociali, processi politici, conquiste democratiche sembrano ombre impotenti di fronte al potere sovrano del gioco internazionalizzato della finanza. Le scelte politiche più importanti sono soggette ai capricci dell’economia monetaria, il cui corso è determinato da fattori del tutto incontrollabili. Particolarità culturali e tradizioni storiche, che costituiscono la condizione della coesione delle società locali (punto di partenza per la realizzazione della società politica) vengono oggi spazzate via da una sottocultura globalizzata. Sono sepolti nell’uniformità, nell’apeismo della “modernizzazione”, nella barbarie estetica.

Tuttavia, la cosiddetta “sinistra” sembra ancora non capire nulla di ciò che sta accadendo sul nostro pianeta, delle nuove esigenze storiche che si stanno creando: se “sinistra” significa ancora priorità sociocentriche, una visione sociale, quale altra strategia può adottare che resistere all’internazionalismo livellante del materialismo storico dominante? E resistenza significa: coltivazione della coesione di ogni società locale, dove coesione significa libertà di autotrascendenza amorosa e di offerta di sé, coltivazione delle particolarità culturali, negazione dell’uniformità che impoverisce la vita e la costringe a regredire. Il progetto politico della sinistra richiede oggi la rifondazione della sua strategia con un coerente rifiuto dei criteri storico-materialisti. Richiede una base antropologica, capace di contrastare la disumanità dell'”individualizzazione” del consumatore: la versione dell’uomo come unità di consumo indifferenziata.

I greci (e i latini, NdR) non sono un popolo di ieri nella storia, sappiamo, per esperienza di secoli, che la presenza storica collettiva si salva, quando si condivide la vita e la gioia di vivere, non quando la primaria preoccupazione collettiva è l’individualismo istituzionalmente schermato. La cultura (qualità della vita) presuppone la priorità del noi e non dell’ego, la politica è agone di autotrascendenza individuale e di sacrificio di sé, è comunità e vita comunitaria, coltivazione del linguaggio, celebrazione e festa.

Anche solo questa coscienza culturale stabilisse la vigilanza di una partecipazione attiva alla Storia. Quando il passato è vissuto come occasione di vuoto vanto, si perde la dinamica storica (sociale) dell’esperienza data. È l’avversario più pericoloso delle società storiche: per gli eredi compiacersi delle conquiste degli antenati, rassegnarsi con noncuranza alla fama gloriosa, morire, senza rendersi conto di quale preziosa eredità sta neutralizzando la frivolezza delle loro chiacchiere vanagloriose.

Fonte: kathimerini.gr, 19-03-23

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