Rappresentazione artistica, dove l’intenso campo gravitazionale del buco nero distorce lo spazio circostante (Fonte: ESA/Hubble, Digitized Sky Survey, Nick Risinger (skysurvey.org), N. Bartmann)
Uno dei più grandi buchi neri, con una massa superiore a 30 miliardi di volte la massa del Sole, è stato scoperto da un team di astronomi, sfruttando un fenomeno chiamato “gravitational lensing”. Il team, guidato dalla Durham University britannica, ha utilizzato questo fenomeno in cui il campo gravitazionale di una galassia in primo piano devia la luce proveniente da un oggetto più distante e la ingrandisce.
Ha anche utilizzato simulazioni utilizzando un supercomputer all’università e immagini ad altissima risoluzione dal telescopio spaziale Hubble della NASA per esaminare da vicino come la luce di un buco nero si piega all’interno di una galassia a centinaia di milioni di anni luce dalla Terra.
Così gli astronomi hanno individuato un buco nero supermassiccio, il primo mai scoperto utilizzando questa tecnica, in cui il team simula la luce che viaggia attraverso l’universo centinaia di migliaia di volte.
Aggiunge che la lente gravitazionale “rende possibile studiare i buchi neri inattivi, cosa che attualmente non è possibile nelle galassie lontane. Questo approccio potrebbe permetterci di rilevare molti più buchi neri oltre il nostro universo locale e rivelare come si sono evoluti più indietro nel tempo cosmico”.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati oggi sulla rivista Monthly Notice della Royal Astronomical Society.
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