Agosto è per molti di noi il mese del relax e della fuga dalla quotidianità. È la stagione in cui chiudiamo le orecchie alle cattive notizie, ci disconnettiamo dai nostri doveri professionali e lasciamo che la nostra mente vaghi verso pensieri più piacevoli. Sfortunatamente, sembriamo essere in uno stato permanente di “agosto” relax quando si tratta di una delle questioni più importanti del nostro tempo: l’intelligenza artificiale. Sebbene gli sviluppi in questo campo siano rapidi e sollevino seri dilemmi etici e sociali, il nostro atteggiamento come umanità intera sembra essere caratterizzato dall’indifferenza, dall’ignoranza e dall’accettazione passiva.

L’intelligenza artificiale non è una questione in prima pagina nei mass media, né una priorità nelle agende politiche. I cittadini raramente discutono o protestano contro i pericoli degli algoritmi che danno forma alle loro vite. Le aziende tecnologiche continuano imperturbabili a sviluppare sistemi di intelligenza artificiale sempre più potenti senza consultazioni o supervisione sostanziali.

Invece di mettere l’intelligenza artificiale al centro del dibattito pubblico, cercando collettivamente soluzioni ai rischi che pone e rivendicando i suoi benefici che devono essere uguali per tutti con giustizia e solidarietà, sembriamo disposti a lasciarla evolvere senza troppi interventi o supervisione. Come se fossimo in uno stato permanente di rilassamento “d’agosto”, chiudendo gli occhi davanti a implicazioni minacciose.

Eppure ora è il momento critico per essere vigili. Stabilire limiti all’applicazione sconsiderata di tecnologie che sollevano preoccupazioni circa la violazione della nostra vita e della nostra autonomia di pensiero e di azione, per garantire che l’intelligenza artificiale venga utilizzata a beneficio dell’uomo e non contro l’uomo. Per garantire che i suoi benefici siano distribuiti equamente e non esacerbino le disuguaglianze sociali.

Non possiamo permetterci di continuare a giocare allo struzzo. Il futuro si sta plasmando adesso e noi dobbiamo avere un ruolo attivo nel determinarlo. Quindi usciamo dal letargo di agosto e apriamo finalmente gli occhi alle sfide e alle opportunità che l’intelligenza artificiale porta.

L'”agosto eterno” non è un’opzione.

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