In vigore da quasi 20 anni, il regolamento europeo sui parametri di qualità e sicurezza per le sostanze di origine umana destinate all’applicazione sugli esseri umani1 non rispecchiava più lo stato attuale degli sviluppi tecnologici e soprattutto era inadeguato al forte aumento della richiesta di ovuli e sperma per la procreazione medicalmente assistita e al forte aumento della domanda di cellule embrionali staminali e di linee cellulari fetali per la ricerca nel campo delle terapie geniche e la produzione di farmaci e vaccini.
Ogni anno si hanno un milione di cicli di procreazione medicalmente assistita e la tendenza è in aumento, manca la materia prima. Anche la ricerca necessita sempre più di materiale biologico, di un’enorme quantità di ovuli, embrioni, tessuti fetali. I laboratori non possono più nascondersi dietro la mera “gestione di materiale d’eccedenza”, il crescente bisogno ha portato ad intensificare la produzione su vasta scala. L’uso e consumo dei corpi o di parti di essi si estende al processo della procreazione, ancora prima della nascita. Un’ingegneria dei corpi che utilizza parti umane (oltre a quelle animali) come materia prima necessitando di sempre nuovi e freschi approvvigionamenti.
Prima di addentrarci nel regolamento cerchiamo di capire ciò di cui stiamo parlando
Poiché la donazione e l’utilizzo di sostanze diverse dal sangue, dai tessuti alle cellule, sono sempre più comuni e sempre più in aumento, è stato necessario estendere l’ambito di applicazione del regolamento a qualsiasi “sostanza di origine umana” (SoHO): una qualsiasi sostanza raccolta dal corpo umano in qualsiasi modo, indipendentemente dal fatto che contenga o meno cellule e che tali cellule siano vive o meno e indipendentemente dal fatto che “soddisfi la definizione di ‘sangue’, ‘tessuto’ o ‘cellula’”.
Questo regolamento si applicherà quindi al sangue e ai suoi componenti (compreso il sangue del cordone ombelicale), nonché ai tessuti e alle cellule. Cellule e tessuti riproduttivi, cellule e tessuti fetali, cellule staminali adulte ed embrionali. Nello specifico le “SoHO per la riproduzione” sono “le cellule destinate ad essere utilizzate ai fini della riproduzione medicalmente assistita e gli embrioni risultanti dalla fecondazione”.
Si applicherà alle “SoHO destinati all’applicazione umana, ai preparati SoHO, ai prodotti fabbricati a partire da SoHO e destinati all’applicazione umana, ai donatori SoHO, ai riceventi SoHO e alla prole da riproduzione medicalmente assistita e alle seguenti attività SoHO: reclutamento donatori, emissione SoHO, studi clinici”.
SoHO “sostanza di origine umana”, una sigla, dietro alla quale scompare la realtà materiale di quello di cui si sta trattando: ovuli, embrioni, feti che di fatto vengono equiparati sia tra di loro – come se non sussistessero differenze significative tra gameti ed embrioni e feti – e che vengono tutti equiparati al sangue e considerati come una mera sostanza di origine umana. Se un embrione e un feto vengono considerati come una “sostanza”, una “materia d’eccedenza”, uno “scarto”, un “prodotto” scompaiono dal campo etico per entrare nel campo del laboratorio dove tutto è lecito, dove tutto deve seguire le logiche di massima produttività e ottimizzazione.
Nel regolamento viene specificato anche che, nel caso in cui le SoHO o i preparati SoHO siano modificati geneticamente dovranno sottostare alle norme in merito agli OGM. Si prepara la prossima modificazione genetica embrionale…
SoHO: sostanza di origine umana comprabile, vendibile, sperimentabile, ingegnerizzabile.
La risignificazione di embrioni e feti come mera sostanza è in perfetta sintonia con le proposte che arrivano dal mondo della ricerca di modificare la definizione di embrione: anche le strutture coltivate in laboratorio dovrebbero essere definite – e regolate – come embrioni. Andando così a creare un’equivalenza tra una struttura sviluppata in laboratorio da cellule staminali e tra un embrione. Se anche il frutto della biologia sintetica diventa equiparabile a un embrione, quali saranno le conseguenze? Cadute le differenze potranno esistere limiti alla sperimentazione su embrioni umani?
Dovrebbe farci interrogare il fatto che un regolamento che parte dalla gestione del sangue e dei tessuti arrivi a includere anche la “prole da fecondazione assistita” e a trattare questioni legate all’accesso alle tecniche di fecondazione assistita. Come già visto su questioni particolarmente controverse si insinuano importanti passaggi bioetici o legislativi la dove meno si attenderebbero. Come avvenuto in Italia nel recente Decreto siccità in cui è stata inserita l’approvazione della sperimentazione in campo aperto dei nuovi OGM – TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita…
Come mai questo forte interesse per i nati da riproduzione artificiale?
Nel regolamento si legge: “I bambini nati da ovuli, sperma o embrioni donati sono esposti a rischi evitabili” e si rende necessario un “controllo delle alterazioni genetiche dei donatori di ovuli e sperma [che] non sono aggiornate rispetto alla tecnologia disponibile”.
Ma come, da anni vengono denunciati – da pochi – e immancabilmente smentiti o sottovalutati i rischi interconnessi a tutte le tecniche di fecondazione assistita e ora leggiamo di fatto un’ammissione di questi rischi, che tutto ad un tratto diventano “evitabili” semplicemente con una più accurata selezione dei gameti. L’ammissione del problema include anche l’immediata – loro – “soluzione” tecnica.
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Oltre alla selezione dei gameti avviene anche la selezione embrionale con la diagnosi genetica pre-impianto effettuata prima che questi vengano trasferiti nell’utero. Diagnosi pre-impianto altamente consigliata dopo la fecondazione in vitro dal momento in cui tale tecnica può produrre anomalie dell’embrione, a prescindere dai gameti.
Nulla di nuovo in apparenza, ma, man mano che le tecniche si affinano e si normalizzano – l’intero settore della genomica si sta sviluppando in questa direzione – la spinta verso la selezione eugenetica embrionale diventerà la nuova norma che porterà alla modificazione genetica embrionale con la tecnologia CRISPR/Cas9. Ci stanno preparando a nascite artificiali e a modificazioni genetiche. L’essere umano deve diventare un prodotto da laboratorio. I bambini CRISPR non sono così lontani e quelli che nasceranno ancora da madre e da padre fuori dai laboratori di riproduzione artificiale non dovranno più appartenere ai genitori, forti le pressioni per togliere la potestà genitoriale, direzione indicata anche dal nuovo codice deontologico dell’ordine degli psicologi che pone più rilevante la valutazione di un esperto da quella dei genitori.
Significativo anche il forte interesse a controllare le alterazioni genetiche, dobbiamo forse aspettarci un aumento di queste? Un ambiente sempre più cancerogeno, irradiato dal 5G e i sieri genici a mRNA saranno responsabili di un aumento così forte da non poterlo più negare, come ormai non è più possibile negare miocarditi, morti improvvise e tumori a seguito delle inoculazioni. E quando una realtà non può essere negata immediatamente si cerca di trasformarla o di indirizzarla all’interno di un’altra pseudo soluzione tecnica che comporterà ulteriori danni che in campo biotecnologico, questi si fanno sempre più ricombinabili tra loro.
Tra le motivazioni della modifica del regolamento leggiamo una preoccupazione per la carenza di plasma per la produzione di medicinali per il trattamento, ad esempio, dei deficit immunitari e dei tumori. Ci stanno dicendo che questi saranno in aumento. E che il fine è “aiutare ad avere figli in tutta l’UE”. Ci stanno dicendo che l’infertilità sarà in aumento.
Gli stati membri possono mantenere un’autonomia decisionale su questioni etiche come l’accesso alle tecniche di fecondazione in vitro, si legge, ma come ben sappiamo le direttive a livello europeo convergono tutte in determinate direzioni da seguire con regolamenti apparentemente su base volontaria, ma che i paesi membri sono obbligati a seguire per accedere a fondi o per evitare di incorrere in sanzioni.
Non potevano mancare osservazioni circa la non discriminazione di persone in base all’orientamento sessuale, si legge, ma in una voluta confusione, se il riferimento è la donazione di sangue, qualora l’ambito diventa la procreazione medicalmente assistita si comprende bene dove si vuole arrivare. Non bisogna discriminare sia per la donazione sia per l’accesso alle SoHO e in queste SoHO ci sono ovuli, sperma ed embrioni: apertura alla PMA.
Ovviamente ci tengono a sottolineare che “tali norme di sicurezza dovrebbero basarsi sul principio fondamentale secondo cui il corpo umano o le sue parti non possono costituire fonte di guadagno economico”, scrivono di “donazione volontaria e gratuita”, ma precisano che “potrebbe anche essere accettabile garantire che i donatori non siano svantaggiati finanziariamente dalla loro donazione. Pertanto, un compenso finanziariamente neutro per eliminare qualsiasi rischio di questo tipo è accettabile, ma non dovrebbe mai produrre un guadagno finanziario per il donatore o costituire un incentivo” e ovviamente sottolineano che “il risarcimento e il rimborso non dovrebbero in nessun caso servire da incentivo al reclutamento di donatori, non dovrebbero esporre le persone vulnerabili nella società allo sfruttamento e non dovrebbero portare alla concorrenza tra le entità SoHO per il reclutamento di donatori”.
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Già la così detta “donazione” di ovuli avviene con un “compenso” con delle vere e proprie agenzie di reclutamento di giovani donne, come in Spagna e in Grecia, che presto vedremo anche qui da noi. Già la così detta “donazione” di gameti è un vero e proprio biomercato: cliniche con banche di ovuli e sperma consultabili attraverso dei cataloghi on-line offrono una scelta accuratamente selezionata con un prezzo che varia a seconda delle caratteristiche della “donatrice” e del “donatore”. Nel supermercato globalizzato della riproduzione umana fiorisce un mercato di diversi miliardi di dollari per la compra-vendita di gameti e per la selezione degli embrioni. L’eugenetica in provetta è da tempo una realtà.
Tutto ciò che serve per la selezione umana è già presente o in fase di ulteriore affinamento o in fase di ricerca: l’estrazione degli ovuli, essere in grado di fecondarli e trapiantarli, la crioconservazione degli embrioni, i software per analizzare e comparare i risultati della sequenza genetica, nuove tecnologie di ingegneria genetica e le ricerche su cellule staminali per trasformarle in gameti.
“È necessario e vantaggioso per tutte le parti promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale e di Unione sull’importanza delle SoHO. L’obiettivo di queste campagne dovrebbe essere quello di garantire la base di donatori più ampia possibile, al fine di garantire un sistema di offerta più resiliente. […] Poiché è necessario garantire la disponibilità e la parità di accesso ai SoHO per le cure mediche, gli Stati membri e l’Unione dovrebbero sostenere la creazione di strutture pubbliche per la donazione e promuovere la donazione volontaria e gratuita di SoHO di alta qualità e sicurezza al fine di aumentare la capacità di raccolta e l’autonomia nell’Unione”.
Insomma, avanti al biomercato della riproduzione umana e al procacciamento di gameti ed embrioni.
Nel regolamento si legge che è fondamentale una “fornitura continua e la condivisione transfrontaliera di tali sostanze” ed “aumentare il coordinamento tra gli Stati membri e facilitare lo scambio transfrontaliero di SoHO” con un’“istituzione di piani di emergenza nazionali SoHO, piani per garantire la continuità della fornitura di SoHO, piani nazionali per puntare a garantire un approvvigionamento sufficiente di SoHO critici e contribuire all’autonomia europea nel contesto di una catena di approvvigionamento resiliente”. Con possibile esportazione di SoHO in altri paesi. Inoltre “ciascuno Stato membro garantisce che tali entità SoHO, entro i limiti delle loro responsabilità, forniscano ai pazienti una fornitura adeguata e continua di SoHO o di loro derivati nel loro territorio”.
Già pronte le eccezioni agli obblighi di autorizzazione dei preparati SoHO in situazioni di emergenza o in situazioni in cui non esiste un’alternativa terapeutica: “Le autorità competenti possono consentire, su richiesta di un ente SoHO e ove debitamente giustificato da un’emergenza sanitaria, la distribuzione o la preparazione per l’applicazione immediata di preparati SoHO nel loro territorio” e ovviamente “nell’interesse della salute pubblica”.
Nel presente regolamento non possono mancare la pandemia dichiarata di Covid-19 presa in considerazione per prepararsi alle “future crisi sanitarie” e la nuova narrazione emergenziale climatica. Si prospettano nuove task force all’orizzonte con “una rete di esperti SoHO” per fornire “informazioni e consulenza in relazione a rilevanti epidemie di malattie trasmissibili, comprese quelle esacerbate dai cambiamenti climatici”. Se ricordiamo che il tutto parte da un regolamento per gestire il sangue questo diventa ancora più significativo.
Chi finanzia? I costi dovrebbero essere finanziati dal programma UE per la salute (EU4Health). “Parte delle azioni (in particolare quelle relative al monitoraggio della fornitura al fine di prevenire carenze in caso di crisi e all’aggiornamento in caso di emergenza) dovrebbe essere allineata alle attività finanziate nell’ambito del mandato della DG HERA, la nuova Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA)”. Insieme a “sinergie con altre politiche dell’UE, in particolare relative al rafforzamento della resilienza dei servizi sanitari nazionali (REFORM, dispositivo per la ripresa e la resilienza, Fondo/Banca europea per gli investimenti) e alla ricerca sulla medicina personalizzata (Orizzonte Europa)”. Inoltre “la segnalazione automatizzata nel settore sosterrà iniziative di più ampio respiro nel contesto della digitalizzazione dell’assistenza sanitaria”.
Un precedente di apertura al biomercato di gameti lo abbiamo avuto in Francia quando nel gennaio 2020 era stato approvato l’Art. 1 del progetto di legge sulla bioetica riguardo le nuove norme per l’accesso alle tecniche di riproduzione artificiale. L’aver esteso l’accesso alla PMA aveva portato a porsi il problema dell’approvvigionamento di gameti. Il testo di legge sottolineando che le crioconservazioni presso centri pubblici e privati “senza scopo di lucro pone diverse difficoltà”, aveva eliminato “senza scopo di lucro” giustificando questo per ridurre le liste d’attesa e per evitare che le persone interessate si rivolgano a centri privati all’estero. Inoltre la nuova legge di bioetica aveva autorizzato protocolli di ricerca sulle cellule staminali embrionali e sulle cellule staminali pluripotenti indotte “che hanno per oggetto la differenziazione di queste cellule in gameti, l’aggregazione di queste cellule con cellule precursori di tessuti extra-embrionali o il loro inserimento in un embrione animale ai fini del suo trasferimento nella femmina”. Il tempo di sviluppo degli embrioni nei protocolli di ricerca, dai 14 giorni venne aumentato fino a 21 giorni. Anticipando le nuove linee guida dell’International Society for Stem Cell Research (ISSCR) – la più grande organizzazione internazionale per la ricerca sulle cellule staminali – che ha eliminato il limite dei 14 giorni. Questo a seguito dei progressi tecnici nei modelli di embrioni basati su cellule staminali, ricerca sugli embrioni umani, chimere, organoidi, modifica del genoma ed ectogenesi. Linee guida, regolamenti, direttive, legislazioni seguono sempre non solo quello che gli sviluppi tecno-scientifici rendono possibile, ma anche quello che si prospetta all’orizzonte come ulteriori abbattimenti di confini etici. Il testo di legge ha consentito anche la realizzazione di embrioni chimera uomo-animale e la produzione di embrioni umani modificati geneticamente a scopo di ricerca, spianando così la strada a bambini geneticamente modificati.
https://www.asterios.it/catalogo/la-tentazione-transumanista
Per tornare al presente regolamento europeo questo va inserito in un più ampio contesto, pensiamo anche all’ordine esecutivo di Biden per far avanzare l’Agenda biotecnologica e transumanista che prevede lo sviluppo di tecniche di ingegneria genetica “per essere in grado di scrivere circuiti per cellule e programmare in modo prevedibile la biologia nello stesso modo in cui scriviamo software e programmiamo computer”. Sta a noi intravedere nei passaggi anche apparentemente marginali, come questo regolamento europeo, dove stanno cercando di arrivare. Tenendo alti rischi e la minacce di emergenze è possibile per il braccio armato sanitario europeo ampliare ed allargare nuovi recinti e soprattutto dare vita a nuove miniere, dove la materia prima siamo noi e le componenti dei nostri corpi senza escludere i fluidi. Una nuova società resiliente ed ecosostenibile non butta via niente, tutto si fa risorsa e tutto si fa accessibile.
Quando ci dicevano che saremmo stati felici senza avere nulla, non avevamo, forse, ancora capito che intendevano anche che non possederemo più neanche il nostro corpo.
Ribadire il Restare umani non può essere più un mero slogan ad effetto per indicare minacce forse possibili in là da venire, ma piuttosto è un’immediata rivendicazione di difesa qui ed ora dai nuovi predoni, che non si fermeranno mai opponendogli buone intenzioni o volontà di coprensione. Si può provare a fuggire, sperando di arrivare lontano, o arrendersi all’evidenza di un sistema sconfinato che ha deciso di renderci qualcosa di più di un preparato da laboratorio. Ma ancora una volta si può anche lottare, rendendo viva quella particolarità umana che è lo spirito di resistenza, che va oltre la semplice sopravvivenza, ma invoca una vita libera da tutte le loro manipolazioni tecno-scientifiche.
Bergamo, ottobre 2023
Resistenze al nanomondo, www.resistenzealnanomondo.org
Nota:
1REPORT on the proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council on standards of quality and safety for substances of human origin intended for human application and repealing Directives 2002/98/EC and 2004/23/EC, https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-9-2023-0250_EN.html
https://www.asterios.it/catalogo/maternit%C3%A0-surrogata
https://www.asterios.it/catalogo/la-pandemia-della-paura