Questo è il titolo di un manifesto diffuso da un gruppo di giovani palestinesi della striscia di Gaza in seguito all’operazione Piombo Fuso lanciata nel 2008 da Israele contro la striscia di Gaza per colpire ed eliminare l’amministrazione di Hamas colpevole di aver lanciato numerosi missili sul territorio di Israele. Un film già visto quindi.
Ora, in seguito alle ultime operazioni militari di Hamas coi massacri allucinanti ed il continuo lancio di missili verso Israele ci tocca sentire che il governo di Tel Aviv non era preparato ad un evento del genere e i soliti sciorinatori di banalità sui media e i neanderthalliani di sinistra si sono precipitati a far riferimento all’11 settembre 2001 per affermare, da punti di vista opposti ma similari nei contenuti, che Israele sta vivendo la stessa brutta esperienza degli Stati Uniti, senza farci mancare le solite pistolettate sull’egemonia (definita imperialismo dai Neanderthal) e sul coinvolgimento di questa o quella potenza della regione. C’è proprio la mania del chi ci sta dietro proponendoci si loro una teoria complottista con tanto di accentuazione del terrorismo che dovrebbe colpirci tutti prima o poi.
Tutti si meravigliano del fatto che il Mossad, definito anche nei film di 007 come il più raffinato e potente dei servizi segreti, non sia stato in grado non solo di prevedere ma addirittura di bloccare attraverso i militari l’ingresso tranquillo di motorette, pick up col caratteristico mitragliatore sul retro, motoscafi via mare e addirittura deltaplani (non più di una decina) che scendevano tranquillamente dal cielo. C’è chi afferma che questa primitivizzazione delle operazioni belliche abbia sorpreso l’intelligence di Israele. Molti ci credono, io no. Anzi ritengo che, come l’11 settembre 2001- a tal proposito mi permetto di segnalare il mio Contractors edito da Sedizioni-, Israele non abbia mosso un dito per impedire l’attacco di Hamas, nonostante sia stato avvertito dai servizi egiziani (non so se ve ne rendete conto gli egiziani…) del fatto che “qualcosa di grosso stava per accadere”. Non mi dilungo su questi aspetti che già provocano un sobbalzo tra i sostenitori di Israele e dei neanderthalliani che sostengono una mostruosità come Hamas (nemici dell’imperialismo e “combattenti per la libertà”… roba da matti) così come sostenevano quei quattro straccioni di guerriglieri di al Qaeda nemici del dominio yankee sul mondo mentre i media si meravigliavano della loro geometrica potenza nel dirottare i boeing guidandoli verso le Torri Gemelle di New York o addirittura sul Pentagono ecc senza essere minimamente disturbati dalla superpotenza militare più forte del mondo. In quel caso perché il complesso militare industriale USA doveva favorire le corporation degli armamenti e speculare direttamente, attraverso la Lobby del Pentagono, sul business generato dalla conseguente guerra all’Afghanistan e poi all’Iraq. Ma in questo caso perché Israele avrebbe chiuso gli occhi davanti all’operazione di Hamas (secondo me rivelatasi anche troppo incisiva)? Non sono necessari dati empirici per dimostrare le condizioni economiche e sociali della popolazione palestinese della striscia, più volte definita come un campo di concentramento a cielo aperto. La disperazione è un fattore fondamentale per scatenare l’odio e la volontà di abbattere un oppressore come Israele che non è certo l’unico responsabile delle condizioni spaventose in cui vive la popolazione di Gaza (credete forse che Hamas non utilizzi le risorse a proprio beneficio? Come fanno d’altronde tutti i sistemi retti da politicanti di varia natura? E sempre più scadenti vista la regressione economica generalizzata ed il distacco sempre più poderoso tra la popolazione ed i cosiddetti rappresentanti presso le istituzioni statali? Hamas aveva bisogno di ottenere l’appoggio di una popolazione ormai logorata e più propensa a risolvere i suoi problemi non ad addossarsene altri ben peggiori. Dall’altra parte osserviamo una nazione come Israele che sta vivendo una grave recessione economica ed una regressione politica derivata dalla pochezza di prospettive di qualsiasi partito che richieda consensi. Cosa che avviene in ogni nazione capitalistica del mondo occidentale impegnata a tagliare il sostegno ad una popolazione che dovrebbe votare per poi meravigliarsi di un astensionismo mastodontico e dilagante…Ormai Israele vive uno stato di polizia permanente non solo a causa della disperazione dei palestinesi che lavorano come schiavi e come tali trattati anche quando girano per strada, ma anche per un aumento vertiginoso della popolazione in seguito all’ingresso nel paese degli ebrei provenienti dai paesi dell’est ((i cosiddetti «ashkenaziti») quelli più nazistoidi per intenderci), quelli provenienti dall’Etiopia (i falasha). In realtà da 50 anni Israele continua a sottrarre le terre ai palestinesi, per poi occuparle al fine di creare degli insediamenti destinati esclusivamente ai coloni ebrei. Nonostante ciò il continuo afflusso di ebrei dall’estero ha creato non pochi problemi di spazio vitale. Si può notare nel grafico sottostante le impennate relative all’espansione degli insediamenti di Israele in Cisgiordania negli ultimi cinque anni.
La situazione è andata via via peggiorando ed ora credo che Israele pensi di espandere i propri insediamenti proprio nella striscia di Gaza o nella parte più vicina al confine e non escludiamo la possibilità di una espansione a nord viste le scaramucce già iniziate al confine libanese. Questi sono i problemi che si trovano di fronte i due contendenti e sicuramente se Israele dovesse invadere via terra la striscia di Gaza (cosa molto probabile) lo farà per restarci e non come in passato per lasciare i territori più diseredati ai palestinesi considerati non certo come degli esseri umani.
The Gaza Youth Breaks Out Manifesto*
Fanculo Hamas. Fanculo Israele. Fanculo Fatah. Fanculo Nazioni Unite. Fanculo Unwra. Fanculo Usa! Noi, i giovani di Gaza, siamo stufi di Israele, di Hamas, dell’occupazione, delle violazioni dei diritti umani e dell’indifferenza della comunità internazionale!
Vogliamo urlare e rompere questo muro di silenzio, di ingiustizia e di indifferenza, come gli F16 israeliani rompono il muro del suono; urlare con tutta la forza nelle nostre anime per liberare questa immensa frustrazione che ci consuma a causa della situazione del cazzo in cui viviamo …
Siamo stufi di essere vittime di questa lotta politica; stufi di notti al buio con aerei che volteggiano sopra le nostre case; stufi di contadini innocenti uccisi nella zona cuscinetto, perché si prendono cura delle loro terre; stufi di ragazzi barbuti in giro con i loro fucili che abusano del loro potere, picchiando o incarcerando i giovani che manifestano per ciò in cui credono; stufi del muro della vergogna che ci separa dal resto del nostro paese e ci imprigiona in un pezzo di terra dalle dimensioni di un francobollo; stufi di essere dipinti come terroristi, fanatici, che vivono in casa con esplosivi nelle nostre tasche e il male nei nostri occhi; stufi dell’indifferenza che incontriamo da parte della comunità internazionale, i cosiddetti esperti pronti a esprimere preoccupazioni e scrivere risoluzioni, ma codardi nel far rispettare tutto quello su cui si dicono d’accordo; siamo stanchi di vivere una vita di merda, essere tenuti in carcere da Israele, picchiati da Hamas e completamente ignorati dal resto del mondo.
C’è una rivoluzione che cresce dentro di noi, un immenso sentimento di insoddisfazione e di frustrazione che ci distruggerà a meno che non troviamo un modo di canalizzare questa energia in qualcosa che possa sfidare lo status quo e darci qualche tipo di speranza.
Siamo appena sopravvissuti all’operazione Piombo Fuso (attacco militare di Israele del 2008/09 nella Striscia di Gaza, durante il quale sono state utilizzate armi proibite che hanno causato in meno di un mese 5.000 feriti, 1.400 morti, di cui oltre 300 bambini, ndr) in cui Israele ha bombardato in modo molto efficace la merda fuori di noi, distruggendo migliaia di case e ancora di più la vita e i sogni. Durante la guerra abbiamo avuto la sensazione inconfondibile che Israele voleva cancellare noi dalla faccia della Terra. Nel corso degli ultimi anni, Hamas ha fatto di tutto per controllare i nostri pensieri, comportamenti e aspirazioni. Qui a Gaza abbiamo paura di essere incarcerati, interrogati, picchiati, torturati, bombardati, uccisi. Non possiamo muoverci come vogliamo, dire quello che vogliamo, fare ciò che vogliamo.
Ne abbiamo abbastanza! Basta dolore basta, basta lacrime, basta sofferenza, basta controlli, limiti, giustificazioni ingiuste, terrore, torture, scuse, bombardamenti, notti insonni, civili morti, ricordi neri, futuro tetro, presente di sofferenza, politica vigliacca, politici fanatici, stronzate religiose, arresti continui. DICIAMO STOP! Questo non è il futuro che vogliamo! Vogliamo essere liberi. Vogliamo essere in grado di vivere una vita normale. Noi vogliamo la pace. È chiedere troppo?
* Questo manifesto è stato scritto da un gruppo anonimo di giovani di Gaza, diffuso in rete da Adbusters e The Guardian