Entità dello sterminio
Un milione e mezzo di persone persero la vita, i due terzi degli armeni dell‘Impero ottomano. Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem.
Mustafa Kemal, detto Ataturk, nella Turchia sconfitta all’indomani del trattato di Losanna (1923), fonderà la Repubblica turca, conservando il territorio che era stato diviso con il trattato di Sevres (1920) in zone di influenza tra le grandi potenze e assegnato per la parte occidentale ai Greci e all’Italia, per la parte orientale agli Armeni, ai Curdi, alla Francia (Siria) e all’Inghilterra (Palestina, Giordania e Iraq). Mustafa Kemal aveva completato e avallato l’opera dei Giovani Turchi, sia con nuovi massacri ed espulsioni, sia con la negazione delle responsabilità dei crimini commessi, sia accaparrandosi definitivamente i beni degli armeni senza risarcimento.
Responsabilità della Turchia
La storiografia ufficiale turca nega che ci sia stato un piano intenzionale e specifico di sterminio e considera i massacri una dolorosa conseguenza della guerra che ha colpito sia la popolazione armena sia la popolazione turca. Parlare di genocidio in Turchia può costare il carcere e anche il riconoscimento del genocidio da parte di un Paese terzo suscita le proteste di Ankara.
In realtà la Grande Guerra fu un’utile circostanza per risolvere una volta per tutte il problema armeno e anche per mascherare l’intenzionalità del progetto di sterminio.
La montagna sacra, l’Ararat, che oggi appartiene alla Turchia ma che gli armeni della piccola Repubblica Indipendente sorta nel 1992 dalla dissoluzione dell’Impero sovietico possono contemplare oltre la frontiera turca, alimenta quotidianamente un sentimento di perdita. Sulla Collina delle Rondini (Dzidzernagapert), nella capitale Yerevan, il Memoriale del Metz Yeghern, il Grande Male, racchiude ed esprime l’imponenza della tragedia.
Il monte Ararat
Il memoriale del Metz Yeghern
_____________________
Fonte: Gariwo.net. Il giardino dei giusti
Cento anni dopo, i curdi sono sull’orlo della sopravvivenza