L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato la solitudine una “minaccia urgente per la salute globale”, con i suoi effetti equivalenti a 15 sigarette al giorno.
L’OMS ha creato un comitato internazionale per questa materia, sotto la guida del chirurgo generale degli Stati Uniti, dr. Vivek Murthy e il capo dell’Unione della Gioventù Africana, Chido Bemba. Il comitato, che opererà per tre anni, arriva dopo la pandemia di Covid-19 che ha “congelato” le attività sociali ed economiche, intensificando il sentimento di solitudine, ma anche nel pieno di una nuova campagna di sensibilizzazione sull’importanza di questo tema.
“La solitudine trascende i confini e sta emergendo come un problema di salute pubblica globale che colpisce ogni aspetto della salute, del benessere e dello sviluppo. “L’isolamento sociale non conosce età né confini “, osserva Bemba. Secondo Murthy, i rischi di rimanere incinta sono dannosi quanto 15 sigarette al giorno e maggiori di quelli associati all’obesità e all’inattività fisica. Allo stesso tempo, come osserva, la percezione che la solitudine riguardi i paesi più sviluppati è sbagliata . Per gli anziani, la solitudine è associata a un aumento del rischio di demenza del 50% e a un aumento del rischio di malattia coronarica o ictus del 30%.
Ma ciò incide anche sulla vita dei giovani, poiché secondo cifre (forse inferiori alla dimensione reale del problema) tra il 5% e il 15% degli adolescenti sperimenta un senso di solitudine – una percentuale che in Africa raggiunge il 12,7% degli adolescenti rispetto al 5,3% in Europa. “Per troppo tempo la solitudine è esistita inosservata, invisibile e sottovalutata, portando a malattie mentali e fisiche. Ora abbiamo la possibilità di cambiare la situazione”, afferma Murthy. La ricerca ha dimostrato che la mancanza di alcuni tipi di contatto sociale è collegata a una cattiva salute mentale e aumenta il rischio di ansia, depressione e suicidio.
“La disconnessione sociale è ormai diventata la causa principale di una più ampia crisi di salute mentale che vediamo nel mondo”, afferma Murthy, aggiungendo che circa un miliardo di persone, un quarto dei quali sono adolescenti, vivono con problemi di salute mentale.
Fonte: stampa estera
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Tanti sono i volti della solitudine, ma essenzialmente due sono quelli in cui li possiamo raggruppare: c’è chi subisce la solitudine e c’è chi ne va in cerca. Evidentemente non deve trattarsi della stessa cosa. Ciò che nelle nostre società rende ben radicata la solitudine è il nesso inscindibile che essa intrattiene con l’individualismo moderno.
L’esigenza di contrastare la pandemia di Coronavirus ci ha imposto lunghi periodi di isolamento durante i quali all’individuo in presenza ha fatto seguito l’individuo in remoto. L’epidemia virale è venuta ad innestarsi in una epidemia sociale già in corso che vedeva il senso di solitudine diffondersi sempre più nelle nostre società.
Ma la solitudine non è solo una modalità del sentire, essa anzi rappresenta il tratto caratteristico della condizione umana odierna. Offrirne una chiave di lettura e cogliere le nuove sollecitazioni emerse in tempo di virus è lo scopo di questo breve testo.