Che cos’è una biblioteca per un abitante di Lisbona, Belgrado, Colonia, Marsiglia? È, innanzitutto, un luogo situato nel quartiere; ammettiamo, ai fini di questa discussione, che un ‘quartiere’ sia un’area più ampia. Vogliamo chiamarlo ‘quartiere comunale’? Include una sala di lettura, una sezione per bambini e neonati, un archivio, Internet, computer. Chiamiamola quindi ‘biblioteca di quartiere’. In secondo luogo, fa parte di una rete. È il nostro ‘nodo’ più vicino in una grande rete in continua espansione di depositi, archivi e sale di lettura nell’era digitale. Si estende in tutto il Paese, in tutto il continente e in tutto il mondo.
Prima di Internet, la mamma britannica o il papà tedesco trascorrevano alcune ore del mattino con i loro bambini e il fine settimana con i loro figli in biblioteca. C’erano tappeti e giocattoli, ma anche libri per ogni età. L’iconica biblioteca che si trova nel parco del British Museum, dove Marx, Wilde, Gandhi e tanti altri hanno depositato i loro documenti, ha certamente una sezione per bambini, ma anche un piatto d’acqua per il cane. A Belgrado, la biblioteca comunale è aperta tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00 e il sabato fino alle 14.00. A Sofia, è aperta tutti i giorni fino alle 19.45 e il sabato fino alle 14.45. Se una biblioteca non è aperta tutti i giorni fino a tardi e il sabato, è aperta solo per i pensionati e i disoccupati.
Quando lo spagnolo o il belga lasciano la biblioteca del loro quartiere con i loro bambini, portano con sé i libri che hanno preso in prestito. Nell’era di Internet, possono ordinarli elettronicamente, da casa. A casa, il libro arriverà, se lo desiderano, per posta. Ogni utente, neonato, bambino o adulto, ha una tessera, una carta della biblioteca. Paga una quota nominale.
Il bambino impara presto che in biblioteca si parla a bassa voce. Non disturbiamo. Ci prendiamo cura dei libri. È un bene comune. Li condividiamo.
Fonte: Maria Topali da kathimerini.gr