Dopo la società post-moderna (quella degli anni Ottanta-Novanta) ci fu nel nuovo Millennio la società dell’informazione grazie a INTERNET – diventava in uso il termine “gogolabile, si coniava con l’avvento nel 2002 delle telecamere nei cellulari, il termine società delle immagini o della videocrazia.
E adesso? Dopo 2 anni di guerra al Covid, e quelle sul fronte Ucraino e nel Medio Oriente, a fronte a una massa indefinita di immagini o parole, da quando è in uso il sostantivo “narrazione” o la stessa formula di “Pensiero unico”, – una supposta univocità accanto a una semplificazione della realtà che seppellisce ogni contraddizione -, siamo di fronte alla società della manipolazione o della disinformazione, perché sempre più ciechi e confusi, così la direzione che è stata presa è una facile manipolazione della realtà.
Gli Antefatti: il teorema del sociologo americano William Isac Thomas (1863-1947): “Quando gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali anche nelle conseguenze”. Che dire di Edward Bernays, nipote di Freud – il padre era il fratello della moglie dello psicoanalista austriaco –, già emigrato in USA nel 1892, morto ultracentenario nel 1995, fu il primo spin doctor, nel suo celebre libro Propaganda (1928), la esalta dicendo “che si tratta di sostenere una verità per diffonderla a tutti”. Peccato che fu dalla parte dei capitalisti contro il New Deal di Delano Roosevelt, un manipolatore della Guerra Fredda, progettò il colpo di stato in Guatemala, diede impulso al consumismo negli anni Cinquanta, con Nixon era nel Watergate ecc. Fu il promoter delle multinazionali del Tabacco, della Philco ecc. Una biografia inquietante nell’ambito della psicologia delle masse.
Anche la teoria più elementare della comunicazione rimane valida:
Eccesso di informazione = rumore = sordità = confusione = mistificazione = manipolazione.
Da distinguere dalla grande “gomma che cancella” della Censura (esempi infiniti: dall’agenzia Stefani durante parte del Ventennio, ai quotidiani con spazi in bianco o nero durante la Grande Guerra, dai comunicati di Cadorna, alla guerra di Spagna negata dalla stampa fascista fino alle prima centinaia di vittime, dall’impero conquistato con la rabbia del duce, purtroppo con pochi morti, se non ascari, da sbattere sul tavolo della Società delle Nazioni. Oggi oltre alla censura sono i media a essere più sottili e sofisticati capaci di presentare verità multiple e difformi.
I SOCIAL sono un canale d’informazione soggettiva e raramente oggettiva – sostanzialmente di natura emotiva – che rimbalza e si ricondiziona con gli altri MEDIA in uno scambio reciproco privo di alcun controllo, e con una novità inedita rispetto al passato: il doppio ruolo del PROSUMER (di chi produce e al contempo consuma) in una confusione di funzioni. Ad esempio, migliaia di siti in cui agiscono Blogger e Influencer. E va ricordato che il 46% della popolazione italiana tra i 16 e i 66 anni si trova nella condizione di una strana forma di analfabetismo funzionale con una esplicita incapacità a comprendere o analizzare i contenuti di un testo, esclusivamente paragonato alle proprie esperienze personali.
Stampa e televisione per oltre il 70% dei loro notiziari usano fonti di Agenzia (ANSA, AGI, ASKNEWS, ADNKRONOS, DIRE, REUTERS, CNN) il cui contenuto quando non è simile, è sovrapponibile e parallelo, già dalle fonti orientato, con una media di 3.000-5000 notizie diffuse al giorno. Diventa arduo distinguere tra comunicati stampa, scoop che durano mezza giornata e poi smentiti, falsi scandali, informative dei servizi segreti, depistaggi o modalità di natura esclusivamente speculativa a favore di mercati e sistemi industriali.
In 10 anni i Giornali hanno perso quasi 10 milioni di lettori, con una discesa di 7-800.000 copie ogni anno; nello stesso periodo le TV di Mediaset e della Rai hanno perso il 20% di spettatori, con un trend del 3-4% nell’ultimi tre anni. L’88% degli spettatori televisivi ha più di 64 anni. La Radio invece in 10 anni ha fatto un balzo in avanti: il 17% via internet, il 21,3% con smartphone e App, ma dove si ascolta? Nelle auto (oggi prive di musicassette e lettori cd) poichè 20 milioni di italiani sono sulle strade ogni giorno.
Il cinema è vittima dello streaming più o meno selvaggio dalle oltre 50 piattaforme che lo offrono, tanto che la celebre minaccia la “Pirateria è un furto”, a difesa delle sale cinematografiche, durata quasi un decennio, vi si è rivoltata contro diventando un incentivo alla modalità dello streaming che oltretutto costa pochissimo, quando non è gratuito, (in media il 70-80% in meno) rispetto al biglietto dei cinematografi. Con la chiusura delle sale e la riapertura durante il Covid il pubblico era crollato del 70%, oggi ne è stato recuperato circa il 20%.
Rimane una questione fondamentale quella del tempo: la conoscenza è sedimentazione, verifica dei fatti, autenticità delle fonti, non certo l’immediatezza dell’istante, spesso confuso e ignorante. (gli esempi sono infiniti: abbiamo letto e ascoltato, nei mesi scorsi, l’esistenza di una supposta: autorizzazione alle manifestazioni (che notoriamente non esiste affatto) o l’ormai storica provetta “chimica” sventolata all’ONU da Colin Powell, i mille strilli di cronaca nera o giudiziaria che nascono e finiscono in nulla, abbandonati nell’arco di una giornata. Ma ciò non accade solo da noi, lo storico inglese Tony Algate visionando i cinegiornali trasmessi dalla BBC durante le guerre dell’ultimo secolo ha stabilito come il 70% del contenuto fosse completamente falso, mera propaganda.
Se oggi il 70% della carta stampata usa le agenzie e le rimastica, lo stesso fanno le televisioni nei loro palinsesti, attente al gradimento attraverso l’AUDITEL (160.100 macchine nelle case di un campione di spettatori che registrano tempo e canali, collegati alle fonti di emissione) o la cosiddetta diffusione o contatto (like, cuoricini, pollici alzati o uccellini vari). Risultato collaterale: uniformità e omologazione al di là delle linee guida degli Editori, meno riconoscibili come identitarie che navigano un una palude piena di sabbie mobili col rischio di affondare. Da Berlusconi in poi, l’informazione politico- sociale si compie prevalentemente attraverso sondaggi, spesso acquiescenti verso chi li ordina attraverso la scelta del Campione che ne determina i risultati. Ma il campione raramente supera 1.000 individui dove il 40% non sa o non si esprime, (in linea con i risultati elettorali) allora? C’è da domandarci quale valore abbiano… I giornalisti sul campo o inviati di guerra, sono limitati dai servizi militari che controllano ciò che possono vedere o sentire. Così soltanto nelle cronache locali, di solito l’informazione è più attendibile. Più che rimarcare posizioni ideologiche si agisce con la Parzialità, adattandosi ai giornali sportivi dove sono funzionali il tifo e la maglia indossata, poiché nel campionato mondiale delle opinioni, occorre indossare una maglia e prendersela con l’arbitro… o il libero arbitrio… o l’Europa condizionati dalla necessità di un “nemico” per fasi leggere o ascoltare.
Allora: Eccesso di immagini =impossibilità di decrittarle = cecità; chi vede non è più in grado di riconoscere se Vera oppure falsa, viene convinto soltanto dalla propria soggettività ed emotività. Diventa un problema dove si impone il credere, una specie di religione a uso e proprio, immanente e confusa con le proprie problematiche personali. Si tratta di un’emotività però facilmente condivisa dalla collettività, ma di breve durata, pronta a cadere nella dimenticanza. Anche se il dimenticare rappresenta un grande problema storico sia nelle vecchie che nelle inconsapevoli giovani generazioni.
Le immagini possono essere autentiche o fabbricate, prodotte al fine di fornire un’informazione differente rispetto a ciò che viene rappresentato (esempio classico nei docu-film facendo interpretare ad attori o comparse dei ruoli. L’uso di modellini, immagini di guerra improbabili (le bombe in Bianco e nero… e chissà perché? Forse dal Satellite non in tempo reale che invia immagini a colori? Le immagini a colori (si vedono fin quelle della Grande guerra o della seconda, ma sono state colorizzate, il primo uso del colore venne fatto con Olympia di Leni Riefenstahl alle olimpiadi del 1938 o al cinema con Via col vento del 1939. Troppo costoso e complicato. Il primo film di John Ford a colori (Sentieri selvaggi) è del 1956, quello italiano Totò a colori, ecc. Lo sbarco sulla luna del 1969 presenta filmati in BN ma le fotografie sono a Colori, chissà perché? Oppure, musiche e suoni aggiunti, ma tutte le immagini della Grande Guerra erano mute, ma oggi sono presentate sonorizzate e addirittura colorizzate). Le informazioni diffuse da DANIEL ELLSBERG AND THE PENTAGON PAPER, riferite al Vietnam fecero cambiare la rilettura da parte dell’opinione pubblica, così nel Golfo, Irak, Afganistan i file sottratti da Julian Assange con Wikileaks.
Le immagini oltre che falsificate, quando intenzionalmente viene modificata per dare un’informazione diversa dall’immagine originale, possono essere inautentiche, quando un’immagine vera viene inserita in altro contesto diventa un oggetto diverso, con un altro significato. Tipico della televisione quando per confezionare un servizio utilizza immagini o filmati di repertorio dello stesso ambito. In attesa della A.I che forse potrà ricreare qualsiasi cosa?
Le immagini e i video immessi sul canale YouTube sono oltre centomila al giorno, il deposito di video presenti è tale che per vederli tutti occorrerebbero 220 anni a occhi aperti per 24 ore al giorno. Canali come Telegram (con sede a Dubai, costruito da un magnate russo) diventano difficili da controllare rispetto alle profilazioni commerciali di Facebook o X ecc. Di Apple – il cui bilancio è due volte quello dello stato italiano, ma pure quello di Microsoft lo è quasi – si potrebbe raccontare le ragioni del successo del Mac dopo il flop del Macintosh… quando gli venne regalato il mercato di IBM in cambio di tracciamento e localizzazione, ecc. Sul cinese TikTok vengono scaricati oltre 2 milioni di video al giorno… un tempo la tv “medializzava” ovvero induceva a modelli di comportamento, ora mentalità e comportamenti abitano tutti qui. Un sistema che non si può interrompere, se già prima dei 7 anni i genitori acquistano un cellulare ai figli, per passare tutta l’infanzia, e poi l’adolescenza sui media. Ora chiunque è in grado di fabbricare informazioni e notizie a suo piacimento. Se pensiamo che 13 milioni di Italiani frequentano cartomanti, guaritori (e un quotidiano importante edito nella Capitale mette l’oroscopo in prima pagina!) e oltre 2 milioni (stima minima) sono affetti da ludopatia, non esiste alcun “ottimismo” nella relazione Emittente–Destinatario.