Sperimentiamo lo spreco del nostro tempo storico e l’invalidità di tutti i predicati della nostra esistenza. Ciò che accadde, alla fine, fu l’inversione della logica della sicurezza e della pace e tutto svenduto nelle borse del profitto, nel prestigio e nella proiezione del potere, nella scintillante festa dell’alba del nuovo mondo dove tutto avrà un senso fatale e uniformità? In nome del nuovo ordine tutto ciò che conosciamo deve autodistruggersi? Forse perché la storia è stata abolita e sostituita dalla cronaca che riscatta tutte le intenzioni negando l’intenzione?
E nel movimento paludoso della cronaca, che ha sostituito la storia, dove carnefice e vittima vengono scagionati, vincitori e vinti sono equiparati, privilegiati ed esclusi sono omogeneizzati e, nell’illusione del nostro tempo, tutto diventa fuochi d’artificio di destrezza condensata. E in questa fantasmagoria della nuova era e nel brivido del nuovo, lasciamo che la guerra sia giustificata come la via diretta dell’equilibrio.