Elenco dei titoli pubblicati:
1. Sergio Fontegher Bologna, Alcune note sulla questione dei ceti medi e dell’estremismo di destra in Italia dal dopoguerra ad oggi, ISBN: 9791281581012, pagine 96, 10 €
2. Daniela Danna, La scienza sociale storica e biofisica, ISBN: 9791281581005, pagine 64, 8,00 €
3. Antonino Infranca, Crisi. La struttura della società moderna, ISBN: 9791281581029, pagine 48, 7,00 €
4. Massimo Piermarini, Gioia. La passione per l’eterno, ISBN: 9791281581036, pagine 64, 8,00 €
5. Giovanni Chimirri, Immunità. Il “gregge” tra medicina e ideologia, ISBN: 9791281581043, pagine 80, 9,00 €
6. Wendell Berry, L’idea di un’economia locale, ISBN: 97912815811050, pagine 48, 6,00 €
7. Tonino Bucci, Informazione e verità. Il collasso della realtà nell’epoca del deepfake ♦ ISBN: 9791281581067 ♦ pagine 64, 8,00 €
8. Simone Weil, Riflessioni sulla guerra ♦ ISBN: 9791281581074 ♦ pagine 80 ♦ 10,00 €
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Quando nel dopoguerra in Italia si costituisce un partito di estrema destra, il Movimento Sociale Italiano (MSI), molti dei suoi fondatori e dirigenti sono persone che hanno partecipato e combattuto per la Repubblica di Salò. Per cui è difficile chiamarlo partito “neofascista”, è la continuazione del partito di Mussolini, anche la scelta del nome lo dice (Repubblica Sociale Italiana, RSI – Movimento Sociale Italiano, MSI). In Germania questo non è avvenuto, né la Deutsche Reichspartei (1950), né la NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, 1964) ebbero una così diretta e immediata provenienza dal partito nazista. Ma qui non intendo riassumere i fatti accaduti, intendo parlare di come è stata costruita la memoria di questi fatti e di come questa memoria sia servita a creare una nuova identità nazionale e una nuova coscienza collettiva. Grazie al movimento di resistenza l’Italia alla fine della guerra non era stata considerata una potenza sconfitta, come la Germania, ma una nazione “cobelligerante”, che aveva contribuito alla vittoria delle truppe alleate. In un certo senso con la Resistenza l’Italia si è autoassolta dei crimini che le sue truppe hanno commesso accanto alla Wehrmacht e accanto alle SS, facendo dimenticare anche quei crimini che aveva commesso l’esercito italiano in Africa, nelle sue ex colonie, dalla Libia all’Etiopia. Da qui il proliferare di miti, di mezze verità, come quello che “l’Italia si è liberata dal fascismo da sola” oppure il mito degli “Italiani brava gente”. I “cattivi” sarebbero stati soltanto i tedeschi, soltanto il nazismo sarebbe stato responsabile dei Lager di sterminio – dimenticando che gli Italiani sia dell’esercito regio che della Repubblica di Salò e la polizia fascista hanno contribuito all’arresto e alla deportazione di ebrei, hanno scortato i treni che portavano ebrei e antifascisti nei Lager, hanno preso parte ai rastrellamenti e alle rappresaglie, mentre molti semplici cittadini italiani hanno denunciato i loro vicini di casa, perché antifascisti o ebrei, provocando la loro eliminazione.
Autore: Sergio Fontegher Bologna (Trieste, 1937) ha insegnato in diverse Università italiane ed estere Storia del Movimento Operaio e della Società Industriale pubblicando i risultati delle sue ricerche su riviste non accademiche (in particolare su “Quaderni Piacentini”, “Primo Maggio” e “1999. Zeitschrift zur Sozialgeschichte”). Sospeso dall’insegnamento, ha scelto la carriera di libero professionista nel campo del lavoro portuale e dello shipping, dove ha avuto incarichi presso organi centrali dello Stato, enti pubblici e imprese pubbliche e private. In questo campo ha dato dei contributi scientifici come Le multinazionali del mare, pubblicato nel 2010 dalle edizioni Egea, vicine all’Università Bocconi di Milano, cui hanno fatto seguito Banche e crisi: dal petrolio al container (2013) e Tempesta perfetta sui mari: il crack della finanza navale (2017) presso Derive&Approdi di Roma. Ha pubblicato con Asterios Ritorno a Trieste. Scritti over 80, 2017-2019, Fine del lavoro come la fine della storia?, (2020) e ha curato il volume Agli inizi del container. Il ‘Lloyd Triestino’ e le rotte per l’Australia (2021). È tornato di recente alla storia con Tre lezioni sulla storia (Mimesis Editore, Milano, 2023) e con le tre lezioni su Anni 70: i protagonisti dimenticati presso la Casa della Cultura di Milano, disponibili su You Tube. Dal 2014 presiede l’Agenzia Imprenditoriale Operatori Marittimi (AIOM) di Trieste, che pubblica mensilmente online la “Newsletter AIOM”.
ISBN: 9791281581012 ♥ pagine 96 ♥ 10,00 € ♥
numero collana 1
Questo breve testo si articola in quattro capitoli: La divisione intellettuale del lavoro, che approfondisce il superamento della suddivisione disciplinare in un’unica scienza sociale storica proposta da Wallerstein; L’analisi dei sistemi-mondo e la critica, che presenta l’attività degli analisti di questa scuola e la loro articolazione istituzionale, parlando poi delle critiche – dall’esterno e dall’interno – mosse ai concetti elaborati; La scienza sociale storica biofisica, che a partire dal lavoro di alcuni analisti dei sistemi-mondo, degli economisti biofisici e di altri studiosi attenti a non limitare la ricerca alle soggettività, rappresentazioni e interpretazioni umane, presenta temi e concetti per l’inquadramento biofisico della scienza sociale storica; La crisi dell’economia-mondo capitalistica, che si occupa dell’attuale punto di svolta – e delle sue ragioni economiche, sociopolitiche e biofisiche – nel sistema-mondo che per 500 anni si è espanso fino a toccare ogni terra e mare e a incorporare ogni altra società in un incessante processo di globalizzazione giunto ora al termine: l’economia-mondo capitalistica verrà sostituita da un altro – o da altri – sistemi come esito di una lotta che tutti ci impegna, che ne siamo o meno coscienti.
Daniela Danna, ricercatrice in Sociologia all’Università del Salento, si è occupata di politiche pandemiche, omosessualità, politiche sulla prostituzione, violenza contro le donne, dinamiche della popolazione, analisi dei sistemi-mondo. Per i tipi di Asterios ha pubblicato: Il peso dei numeri. Teorie e dinamiche della popolazione (2019), Maternità. Surrogata? (2017), La gaia famiglia. Omogenitorialità: il dibattito e la ricerca (2005), Che cos’è la prostituzione? Le quattro visioni del commercio del sesso (2004) e ha curato la traduzione di Veronika Bennholdt-Thomsen: Il denaro o la vita (2005) e Kees van der Pijl: La pandemia della paura. Progetto totalitario o rivoluzione? (2023).
ISBN: 9791281581005 ♥ pagine 64 ♥ 8,00 € ♥
numero collana 2
La crisi è il carattere tipico dell’economia capitalistica e da questa passa ad essere anche il carattere tipico della società capitalistica, cioè della società moderna. Infranca sostiene che fin dal suo inizio la Modernità ha attraversato crisi ricorrenti. Infranca riprende da Marx questa concezione della crisi permanente del sistema capitalistico. L’analisi di Infranca evidenzia che la crisi della pandemia ha manifestato apertamente questo carattere tipico della Modernità capitalistica e ne ha accentuato gli aspetti più distruttivi. Il saggio si conclude con alcune proposte che riprendono i temi già sviluppati dalla Teoria latinoamericana della dipendenza e della Filosofia della Liberazione. La scelta di queste tematiche nasce dalla constatazione che storicamente dagli esclusi e dagli sfruttati sono sorte le teorie più rivoluzionarie che hanno risolto i problemi della propria contemporaneità. Dalla Periferia verranno proposte per risolvere il problema della caduta tendenziale del saggio di profitto che sta distruggendo lentamente la riproduzione della vita umana sul pianeta Terra?
Antonino Infranca, è nato a Trapani (Italia) nel 1957, si è laureato in Filosofia presso l’università di Palermo (1980), si è specializzato in Filosofia presso l’università di Pavia (1985), ha conseguito il Philosophical Doctor (Ph. D.) presso l’Accademia Ungherese delle Scienze (1989) e il dottorato in Filosofia presso l’Università di Buenos Aires (2017). Nel 1989 ha ricevuto la Medaglia Lukács per la Ricerca Filosofica. Ha insegnato a Buenos Aires e a Barcellona. È autore di Giovanni Gentile e la cultura siciliana (Roma, 1990), di Tecnecrate. Dialogo (in italiano Roma, 1998, II ed. 2005, III ed.: 2019); in portoghese San Paolo, 2003; in spagnolo Buenos Aires, 2004), L’Altro Occidente. Sette saggi sulla realtà della Filosofia della Liberazione (in spagnolo Buenos Aires, 2000; in francese Parigi, 2004; in italiano Roma, 2010; in portoghese San Paolo, 2014), Lavoro, Individuo, Storia. Il concetto di lavoro in Lukács (Buenos Aires, 2005, 2 edizioni; III ed., Caracas, 2006; in italiano Milano, 2011; in portoghese San Paolo, 2015); I filosofi e le donne (in spagnolo Buenos Aires, 2006; in italiano Roma, 2010; in portoghese, São Paulo, 2017); Apocalisse. Inizio e fine della modernità (Trieste, 2021); György Lukács (São Paulo, Praxis, 2021). Ha tradotto e curato l’edizione in italiano di opere di Ricardo Antunes e Enrique Dussel, ha curato l’edizione in spagnolo e in italiano di opere di Lukács.
ISBN: 9791281581029 ♥ pagine 48 ♥ 7,00 € ♥
numero collana 3
Certe volte, sopraffatti dall’affetto della gioia, non riusciamo a dirne di più. La gioia si manifesta, apparentemente, senza ragioni plausibili, evidenti e dimostrabili. Eppure, al suo arrivo, non lascia dubbi. Siamo certi della sua fondatezza. Ci fidiamo dell’infallibilità del nostro animo, della nostra mente e del nostro corpo che sono invasi dall’emozione della gioia. Ci sembra, ma forse ci illudiamo, che con essa si aprano le porte della rivelazione di un ordine più alto. Sarà la porta di uscita da questo mondo e la via per la trascendenza? O semplicemente la scoperta di una scia di trascendenza che si agita dentro l’immanenza stessa della vita e che appartiene alla vita stessa?
Massimo Piermarini, docente di filosofia, saggista poliedrico, attento lettore di letteratura, autore di poesie e romanzi, Massimo è scomparso prematuramente nel 2023. Socio storico del Centro per la filosofia Italiana, si era laureato presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e aveva conseguito il diploma post-laurea del Corso di Perfezionamento in Filosofia del Novecento presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel 1998. Tra i suoi campi di ricerca il neoidealismo e la filosofia italiana (in particolare l’attualismo di Gentile), F. Hölderlin, e la poesia tedesca del Novecento, il teatro di Artaud, l’ontologia post-strutturalista (G. Deleuze) e la filosofia francese del dopoguerra, la filosofia della vita. Nell’ultimo periodo si era occupato di Simone Weil, E. Mounier, Ortega y Gasset, Albert Camus, della filosofia riflessiva francese (da Maine de Biran a J. Nabert), del Postmoderno, della mistica di S. Giovanni della Croce e di S. Ignazio di Loyola, della filosofia della mente di Agostino in saggi pubblicati da vari editori (Teseo, Aracne, Manifestolibri, Universitalia, Chirico). Ha pubblicato per l’Editore Aracne una monografia su Ernst Jünger, già oggetto di un Convegno del Centro per la Filosofia Italiana. Autore di due voci del lessico pandemico “Lavoro” per le edizioni Asterios di Trieste. Redattore della rivista “Homo sapiens”, dove ha pubblicato saggi sulla Coscienza, la Violenza nella storia, il Corpo, la Memoria, l’Oblio. Ed è stato caporedattore della rivista di filosofia “Azioni Parallele”. Molti sono i suoi saggi di filosofia e critica letteraria e recensioni.
ISBN: 9791281581036 ♥ pagine 64 ♥ 8,00 € ♥
numero collana 4
Il sistema immunitario è un insieme di organi, cellule e funzioni molto complesso. Può essere innato o acquisito come reazione a microrganismi patogeni (e connessa produzione di anticorpi). Possiamo anche stimolarlo con i vaccini (da qui l’immunizzazione artificiale) al fine di prevenire malattie, quantunque non sempre questi farmaci siano pienamente efficaci e sicuri. Si critica poi la cosiddetta “immunità di gregge”, in vari casi scientificamente impossibile, tanto che alla fine rimase solo il “gregge” infettato, contagioso e non più immune. Chiude il capitolo, una cronistoria delle vicende cliniche e immunologiche della pandemia-covid.
Giovanni Chimirri (1959) ha studiato filosofia della scienza, teologia e psicologia conseguendo cinque lauree con lode. Membro di società scientifiche, cultore universitario della materia, dirige collane, collabora con riviste specializzate, miscellanee ed enciclopedie. Oltre la cura di classici del pensiero, ricordiamo fra i suoi libri: Trattato filosofico sulla libertà (2007), Filosofia e teologia della storia (2008), Siamo tutti filosofi (2010), Psicologia del piacere e mistica dell’eros (2016), Persona al centro (2018), Psicopatologia della personalità (2019), Bioetica della medicina e psicologia della cura (2019), Filosofia del corpo e psicologia del benessere (2020), Psicologia e psichiatria come filosofie della persona (2021), Intelligenza artificiale (2021), Prevenzione (2022).
ISBN: 9791281581043 ♥ pagine 80 ♥ 9,00 € ♥
numero collana 5
Una nuova idea di economia locale basata sul cibo, l’agricoltura, la tradizione e la cultura è alla base della filosofia dei Mercati della Terra.
Nel mondo di oggi, l’economia di mercato globalizzata sta mostrando tutti i suoi limiti in termini di spreco e danni all’ambiente. Le micro-economie delle comunità locali possono garantire sostentamento pur rispettando gli ecosistemi, la salute, la cultura locali. Inoltre, promuovono la convivialità e la solidarietà.
Se il governo non si prefigge lo scopo di proteggere le vite, i mezzi di sostentamento e le libertà delle sue popolazioni, allora quelle popolazioni devono considerare l’idea di proteggersi da sole. Come possono proteggersi da sole? In effetti, sembra esserci una sola strada, quella di sviluppare e mettere in pratica l’idea di una economia locale – una cosa che sempre più persone stanno facendo. Per una serie di buone ragioni stanno intraprendendo l’idea dell’economia alimentare locale.
Vogliono usare le economie di consumo dei piccoli paesi e delle città per salvaguardare il sostentamento delle famiglie dei contadini e delle comunità dei contadini. Vogliono utilizzare l’economia locale per far sì che i consumatori abbiano influenza sul genere e la qualità del loro cibo, per preservare la terra e rendere ancora più belli i paesaggi locali. Vogliono dare a tutti quanti vivono nelle comunità locali un interesse diretto e di lungo periodo alla prosperità, alla salute, alla bellezza della loro terra. Senza una prospera economia locale, le persone non hanno potere e la terra non ha voce.
Wendell Berry
Wendell Berry (nato il 5 agosto 1934 a Port Royal, Kentucky, Stati Uniti), autore americano le cui poesie sulla natura, i romanzi sul passato rurale dell’America e i saggi sulla responsabilità ecologica sono nati dalla sua esperienza di agricoltore.
Berry ha studiato presso l’Università del Kentucky, a Lexington (laurea, 1956; master, 1957). In seguito ha insegnato nelle università di Stanford e New York e ha trascorso un anno in Italia. Nel 1964 è tornato all’Università del Kentucky per insegnare e si è stabilito in una fattoria vicino al suo luogo di nascita. Ha lasciato l’università nel 1977 per concentrarsi sulla scrittura e sull’agricoltura.
La poesia di Berry — dalla sua prima raccolta, The Broken Ground (1964), fino a volumi successivi come Sabbaths (1987) — rivela una preoccupazione sempre crescente per l’abuso della terra e per la necessità di ripristinare l’equilibrio della natura. Il tema della responsabilità umana nei confronti della terra è presente anche nei suoi romanzi, tra cui La memoria del vecchio Jack (1974), che consiste nelle riflessioni, risalenti agli anni della Guerra Civile, di un uomo rurale di 92 anni. Quel libro faceva parte di una serie di opere varie ambientate nella città immaginaria di Port William, nel Kentucky. I romanzi successivi della serie includevano Jayber Crow (2000), Hannah Coulter (2004) e Andy Catlett: Early Travels (2007). Berry ha pubblicato anche racconti, tra cui la raccolta Watch with Me: And Six Other Stories of the Yet-Remembered Ptolemy Proudfoot and His Wife, Miss Minnie, Née Quinch (1994).
ISBN: 9791281581050 ♥ pagine 48 ♥ 6,00 €
numero collana 6
Per l’immaginario collettivo i giornalisti sono ormai solo una casta di privilegiati, asserviti al potere e al mainstream. Stampa e televisione sono spesso additate dalle comunità del web come responsabili di grandi menzogne collettive. La delegittimazione dei media va intanto di pari passo con il diffondersi in rete di negazionismi e visioni semplificate del mondo. No-vax, omofobia, razzismo di genere e xenofobia sono i vessilli intorno ai quali si raccolgono nuove tribù digitali, ognuna chiusa nel recinto delle proprie opinioni precostituite. Competenze e professionalità vengono cancellate dall’orizzontalità della rete. I politici scrivono su Twitter. Nel frattempo, il giornalismo d’élite si ritira nei salotti televisivi e nel solito giro dei nomi noti, in una spirale autoreferenziale. Dobbiamo dire addio alla democrazia come spazio pubblico che l’Illuminismo ci ha lasciato in eredità?
Tonino Bucci è Docente di filosofia e storia in un liceo romano e giornalista professionista. Ha lavorato per anni come redattore culturale in un quotidiano nazionale. È stato anche corrispondente da Francoforte per testate online. È autore di articoli e saggi. Attualmente collabora con diverse riviste.
ISBN: 9791281581067 ♥ pagine 64 ♥ 8,00 €
numero collana 7
La guerra di ieri e di oggi
Oltre alla domanda, oggi più pressante che mai, sul senso e sulla natura della guerra, leggendo il testo della Weil ci dobbiamo chiedere quale valore abbiano le sue analisi, se le riflessioni qui presentate cioè possano esserci ancora d’aiuto – e forse di conforto – di fronte all’imminenza di possibili catastrofi la cui entità è, di fatto, impossibile da calcolare.
La disamina e l’analisi dei posizionamenti del movimento internazionale proletario e operaio non hanno un gran valore nel contesto attuale e al massimo potrebbero averne uno come exemplum delle diverse posizioni che furono elaborate di fronte alla guerra.
Una contraddizione che Simone Weil aveva individuato negli anni della militanza nel sindacalismo anarchico, era la profonda difformità nelle convinzioni del proletariato e l’incapacità dei suoi capi di raggiungere una visione condivisa.
L’esito catastrofico della II Internazionale deve essere tenuto come sfondo di quanto viene qui sostenuto da Simone Weil e come sintomo della sistemica insufficienza delle sinistre a fronteggiare le dinamiche del capitalismo. La fine di questa fase iniziale dei movimenti legati al marxismo, a mio avviso, era già inscritta nella decisione presa a fine ‘800 di slegare i sindacati dai partiti di riferimento, cosa in sé salutare, che però ha coinciso con una decisa frattura rivoluzionaria: i sindacati avrebbero dovuto occuparsi solo dei miglioramenti retributivi e occupazionali, mentre la conduzione dell’azione rivoluzionaria rimaneva in capo agli intellettuali di partito. Una frattura che ha prodotto, almeno in Italia, le sue conseguenze fino a ieri, cioè fino agli anni ‘80 circa.
ISBN: 9791281581074 ♥ pagine 80 ♥ 10,00 €
numero collana 8