Immagine di copertina: Bashar al-Assad
Almeno 528.500 persone sono state uccise nella devastante guerra civile siriana scoppiata nel 2011, innescata da una brutale repressione da parte dell’ex regime di Bashar al-Assad, ha dichiarato oggi l’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH).
Oltre 181.939 civili sono tra le oltre 528.592 persone uccise in questi 14 anni di guerra civile. Tra le vittime ci sono almeno 15.207 donne e 25.284 bambini, oltre ai combattenti, secondo l’Osservatorio.
Questo conteggio comprende i decessi del 2024 e migliaia di altre morti durante gli anni di guerra che l’OSDH ha potuto verificare solo di recente.
In totale per l’anno 2024, segnato a dicembre dalla caduta del regime di Assad, l’OSDH ha riportato la morte di 6.777 persone. Tra queste, 3.598 civili, tra cui 240 donne e 337 “bambini sotto i 18 anni”.
Inoltre, secondo la stessa fonte, sono stati uccisi 3.179 combattenti provenienti dalle file di diversi schieramenti bellici, tra cui forze dell’“ex regime”, “gruppi armati islamisti” e jihadisti.
Per il 2023, l’Osservatorio siriano aveva riportato 4.360 morti, tra cui quasi 1.900 civili.
Con la violenta repressione della rivolta popolare del 15 marzo 2011, la guerra civile si è diffusa in tutto il Paese e nel corso degli anni è stata complicata dall’intervento e dal coinvolgimento di attori internazionali e dall’afflusso nel Paese di jihadisti provenienti da tutto il mondo.
L’ingresso a Damasco, l’8 dicembre, delle forze di una coalizione di gruppi armati guidati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) ha segnato il rovesciamento del regime del presidente Bashar al-Assad, ponendo fine a oltre mezzo secolo di governo del suo clan familiare.
Fonte: stampa estera