Immagine di copertina: l’ingresso della Risiera di San Sabba – il Lager Nazista di Trieste.
“Non siamo riusciti a trasmettere la memoria e gli insegnamenti dell’Olocausto alle generazioni più giovani, che rappresentano il futuro stesso del nostro mondo.”
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Nello scritto di Jonathan Greenblatt non leggo nessuna autocritica, nessun accenno al problema di fondo che è lo sionismo, la malattia devastante e (forse) incurabile della gente ebraica della diaspora.
Vorrei suggerire a Jonathan Greenblatt (se mi legge) di spostare la sede della sua organizzazione dall’Impero americano in declino — perfido e affarista — e portarla nella travagliata Europa dove da sempre la gente ebraica ha conosciuto e vissuto i suoi anni migliori e subito le maggiori, terribili e inarabili sofferenze.
Due sarebbero a questo proposito le città ideali: Salonicco — della mia Grecia — dove sono cresciuto e trascorso i miei primi venti anni, che fu la prima città cosmopolita, multietnica e multiculturale di tutta l’Europa; la seconda è la città di Trieste — dove vivo — che fu per lungo tempo l’ombelico del mondo. La città dove le genti del mondo hanno vissuto e prosperato con rispetto e fratellanza fino alla barbarie del regime fascista.
Trieste è la città dell’unico lager nazista in Italia, la Risiera di San Sabba: https://www.lorenzotaccioli.it/la-risiera-di-san-sabba-il-lager-nazista-di-trieste/
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