Il recente editoriale di Anthony Blinken su Foreign Affairs è uno dei pezzi di narrativa più eccezionali che abbia letto da molto tempo. Il resoconto degli ultimi quattro anni è così distaccato dalla realtà che sembra uscito direttamente da un brutto film di Hollywood direct-to-video. La trama è più o meno la seguente: anni di cattiva leadership hanno lasciato gli Stati Uniti indeboliti e divisi, il che incoraggia i Cattivi — Russia, Cina, Iran e Corea del Nord ( sic ) — a fare squadra e lanciare una minaccia senza precedenti al “mondo libero, aperto, sicuro e prospero che gli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi cercano”, seminando caos e violenza in ogni angolo del pianeta nella speranza di far sprofondare il mondo in una Nuova Era Oscura.
Ma i loro piani malvagi vengono sventati quando i paesi del Mondo Libero, guidati dagli Stati Uniti e dal suo coraggioso presidente appena eletto Joe Biden, riescono a mettere da parte le loro differenze e unire le forze per combattere e ristabilire la pace e la stabilità in tutto il mondo, in Ucraina, in Medio Oriente, nell’Asia-Pacifico e altrove. La storia si conclude con un po’ di suspense: il Mondo Libero guidato dagli Stati Uniti è riuscito per ora a sventare i piani dei Cattivi per il dominio del mondo: “La strategia dell’amministrazione Biden ha messo gli Stati Uniti in una posizione geopolitica molto più forte oggi rispetto a quattro anni fa”, ci dice il nostro narratore, l’agente Blinken, ma non sono stati ancora sconfitti…
È una lettura divertente, soprattutto per gli amanti del genere “storia alternativa”. Ma, a parte gli scherzi, bisogna chiedersi cosa stesse pensando Blinken quando ha scritto l’articolo. È davvero completamente ignaro del fatto che, agli occhi della maggior parte delle persone, la politica estera dell’amministrazione Biden si distingue come la più aggressiva e sconsiderata dai tempi di George W. Bush?
Forse la cosa più tragica è che ha avuto un ruolo chiave nel provocare la guerra in Ucraina: ha prima esortato l’Ucraina ad adottare una posizione fortemente conflittuale nei confronti della Russia e ha ignorato le preoccupazioni di quest’ultima in materia di sicurezza circa l’accumulo militare in Ucraina e la sua integrazione di fatto nelle strutture della NATO, creando così le condizioni che hanno portato all’invasione della Russia; e poi ha distrutto tutte le opportunità per una soluzione negoziata del conflitto, optando invece per l’uso dell’Ucraina come proxy per combattere la Russia, in quella che sta rapidamente degenerando in una guerra diretta, potenzialmente nucleare, tra NATO e Russia. Ha anche consentito, o è stato forse direttamente coinvolto, nel bombardamento del gasdotto Nord Stream, il peggior atto di terrorismo industriale nella storia europea.
In Medio Oriente, ha scartato il promesso rinnovo dell’accordo nucleare con l’Iran, stabilendo condizioni rigorose che Washington sapeva che l’Iran non avrebbe mai potuto accettare; e, nell’ultimo anno, ha offerto a Israele un sostegno politico, economico e militare quasi incondizionato, persino di fronte al feroce assalto di Israele a Gaza, contribuendo così direttamente alla drammatica escalation regionale a cui stiamo assistendo ora. Nel frattempo, nell’Asia-Pacifico, l’amministrazione Biden ha diluito gli impegni storici degli Stati Uniti assunti nell’accordo “One China” con Pechino riguardo a Taiwan e ha perseguito un rafforzamento militare senza precedenti nella regione in preparazione di una guerra totale con la Cina, mentre conduceva “una vera e propria guerra economica” contro quest’ultima.
L’amministrazione Biden ha letteralmente incendiato il mondo, in quello che è chiaramente un disperato tentativo di arginare il declino dell’egemonia statunitense e rallentare, o idealmente invertire, la transizione in corso verso un sistema multipolare, una storia piuttosto diversa dalla trama del film di Blinken. Ciò non significa che tutto ciò che scrive sia di fantasia: per certi aspetti è vero che “gli Stati Uniti sono in una posizione geopolitica molto più forte oggi rispetto a quattro anni fa”: sebbene ciò non sia vero in termini globali (gli Stati Uniti sono presumibilmente più odiati e isolati a livello internazionale di quanto non lo siano mai stati), è certamente vero relativamente ai suoi protettorati occidentali in Europa e altrove, sui quali gli Stati Uniti hanno riaffermato il loro pieno controllo, militarmente ed economicamente. Perfino i blockbuster di Hollywood contengono un fondo di verità.